Lezione all’università di Torino venerdì 15/5/2009

Venerdì 15 maggio 2009  sono stata invitata dal Prof. Salvo Dell’Arte, docente della facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Torino, per intervenire ad una lezione dal titolo: “Immagine e nuove tecnologie tra cronaca e riservatezza”.

La lezione è aperta al pubblico.

Un cordiale saluto a tutti.

Prof.ssa Anna CirianiMicrosoft Word - locandina Madame Web.doc

Un “Fuori Ronda” in programma…

crisiUN “FUORI RONDA” IN PROGRAMMA…

Ogni giorno i giornali e la tv ci riportano spiacevoli e drammatici fatti di cronaca nera e di criminalità.
Omicidi, stupri di donne e minori, furti, rapine, contrabbando di droga, reati minori, ma pur sempre gravi, come le truffe ed altro ancora.
Ormai questi fatti appartengono alla nostra esistenza, al nostro quotidiano e sono ben poche le cose che ci sorprendono o lasciano senza parole.
Andando indietro con la memoria, un fatto che ha sicuramente scosso l’opinione pubblica mondiale è stato l’attacco agli Stati Uniti, organizzato (pare) da Al Qaeda e dal suo capo Osama Bin Laden.
Escludendo questo drammatico evento, sono ben poche le notizie che scuotono la nostra indignazione. Alle guerre ci siamo ormai abituati e tutto quello che avviene lontano dal nostro Paese, conta ben poco e non deve di certo aggiungersi ai problemi con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno.

Questa crisi, che globalmente stiamo vivendo, ci allontana dal focalizzare la nostra attenzione sugli innocenti, in particolare i bambini, che muoiono di malattie oggi debellabili, di fame, di sete o per i conflitti voluti e manovrati dai potenti.

La nostra coscienza deve essere globalizzata come la nostra economia o il rischio è quello di una ribellione che porterebbe al caos. Il mondo sta diventando davvero un unico sistema globale dai reality,alla disperazione!
In genere, le grandi crisi economiche succedevano alle grandi guerre, ma oggi cosa è successo realmente e per colpa di chi? Chi ha voluto questa crisi o perchè è arrivata in modo così repentino e globale? Colpa della politica economica, del sistema bancario o è semplicemente il collasso di un economia che è implosa in se stessa?
A queste domande sicuramente ci saranno delle risposte, ma andrebbero approfondite con esperti analisti di economia e politica. Lascio a loro e ai posteri le ardue sentenze!
 
Mi concentro, invece, sui problemi interni e valuto quali sono le normali conseguenze che portano a situazioni economiche difficili, come quella che stiamo affrontando attualmente.
Qui nel Nord-Est, sto assistendo a una lenta moria di aziende importanti e a un insolito fenomeno di emigrazione da parte di numerosi immigrati, giunti alcuni anni fa in Italia con delle prospettive di vita migliori. Molti di loro fanno ritorno nel loro Paese di origine, altri emigrano verso Inghilterra e Stati Uniti.
In pratica il licenziamento, gli esuberi e la cassa integrazione, costringono i lavoratori stranieri ad andare all’estero, nella speranza di trovare una situazione diversa e più dignitosa! Sono molti anche i nostri connazionali che incominciano a prendere in seria considerazione l’ipotesi di emigrare!
Purtroppo, meno gente lavora e meno soldi girano, pertanto si crea un effetto domino che va a discapito di un numero sempre maggiore di attività ,che vengono intaccate dalla crisi.
Personalmente sono davvero preoccupata per tutte quelle persone che hanno il conto corrente in rosso, che non ce la fanno a pagare il mutuo o, peggio, a comprarsi da mangiare!
Il problema di questo fenomeno sta nel fatto che in periodi di crisi è inevitabile l’aumento della criminalità! Anche chi è onesto, può essere corrotto dalla necessità di trovare vie illegali per sbarcare il lunario.
Ma la crisi non porta solo a questo! Anche i governi pagano lo scotto di una recessione economica e devono fronteggiarla con i tagli.
Tagli che non sempre vengono pubblicamente dichiarati con enfasi, ma che di fatto esistono e toccano organi importanti come quello della sicurezza e delle difesa.
Le forze di polizia, ad esempio, devono fronteggiare tagli ai mezzi di trasporto e al personale,  ecco perchè vi sono delle questure che necessiterebbero di 10 volanti che controllino il territorio di competenza e se ne trovano solo 5 in forza!
La prevenzione sulla criminalità è paragonabile alla prevenzione nella sanità, nel senso che grazie alla vigilanza, possiamo evitare omicidi, stupri, furti ecc., così come grazie alla prevenzione nella sanità, possiamo evitare le complicanze o l’aggravarsi di patologie e quadri clinici.
Da questa considerazione nasce il mio sì alle “ronde” cittadine. Di fatto, questi vigilantes hanno unicamente il dovere di segnalare alle forze dell’ ordine tutte quelle situazioni anomale o che inducono a ritenere opportuno il loro intervento. Non tutti i cittadini hanno quel senso civico che li induce a segnalare fatti sospetti! Molti di noi sono spesso presi dai propri problemi per individuare un fatto criminoso e in alcuni casi vige l’omertà e il non intromettersi.
Il fatto che vi siano delle “ronde” preposte alla vigilanza e al controllo, dovrebbe rassicurare i cittadini onesti e mettere il sale sulla coda ai maleintenzionati o scoraggiare iniziative criminose.
Far parte di una” ronda” non dà alcuna “licenza” a commettere azioni illecite ,sotto mentite spoglie di difensore delle libertà! Sento parlare di xenofobia?! Ma perchè? Erano forse stranieri i ragazzi che hanno dato fuoco al barbone indiano o il pedofilo di Napoli? Le “ronde “non vanno contro gli extracomunitari, ma contro i criminali!

C’è chi sostiene che all’interno di questi gruppi di sorveglianza potrebbero esserci delle teste calde che ne approfittano per dare sfogo alle loro pulsioni violente o alla loro xenofobia?! Ma figuriamoci se le teste calde hanno bisogno di far parte delle “ronde” per commettere i loro soprusi! Chi è incline alla violenza, la commetterebbe comunque e, anzi, eviterebbe il controllo della Prefettura sul suo operato. Coloro che sono contrari alle “ronde” affermano che le forze dell’ordine non hanno bisogno di persone che vigilano sulla sicurezza nelle proprie città? Ma perché, non esiste forse la Protezione Civile a supporto dei Vigili del Fuoco? E allo stesso modo non possono esistere delle persone che hanno unicamente il compito di vigilare e di segnalare alle forze dell’ordine, situazioni dubbie e pericolose?
Le forze dell’ordine non sono sufficienti a coprire tutto il territorio e da questa collaborazione, in un momento così delicato per la politica e per l’economia, ne trarranno benificio tutte le persone, non ultimo lo Stato, che senza alcun esborso, beneficerà del volontariato per la sicurezza del Paese.
L’ ideologia politica non ha motivo di entrare in questa polemica sulla legittimità delle “ronde”, poichè la necessità contro cui dobbiamo combattere il mondo di oggi, non è la politica da adottare, ma i problemi da risolvere!
Molti si dichiarano contrari alle “ronde “(che di fatto non lo sono in quanto per ronde si intende una sorveglianza militare e armata) senza nemmeno avere letto cosa sancisce il decreto emanato. Questi volontari che vigilano sulla nostra sicurezza si devono registrare presso le Prefetture e la maggior parte di loro sono ex appartenenti alle forze dell’ordine. Sono gruppi che non hanno alcuna apparteneza politica, non sono armati e sono coordianti dai Prefetti. Io credo che debba essere il buonsenso a guidarci per avere un mondo migliore e non l’ideologia politica, che poteva essere necessaria fino ad alcuni anni fa, ma che nel XXI secolo è superata. I problemi sono sempre gli stessi, sia per la destra che per la sinistra, abbiamo quindi bisogno di soluzioni e persone capaci!
Oggi, ci sono unicamente problemi da risolvere per dare e garantire una vita migliore a tutti!
Ben vengano i volontari che dedicano il loro tempo e la loro disponibilità per la nostra sicurezza e ben vengano tutte quelle iniziative che possano aiutare l’essere umano a vivere in un mondo migliore!
Anna Ciriani

Aperta…mente

Aperta…mente

 Madeline von Foerster, “Self Portrait (Trepanation)”

Rieccomi di nuovo a voi!

Vi chiedo scusa per questo blackout di circa 1 mese, ma tutta la mia vicenda “Pornoprof” mi ha lasciata demotivata, perplessa, piena di dubbi e incertezze.

Ma non è di me che vi voglio parlare oggi, in quanto l’argomento che affronterò porrà degli interrogativi su come il nostro pensiero e la nostra volontà siano ormai assoggettati al sistema politico, mediatico, economico e religioso; ricordate un certo Marx che disse : “La religione è l’oppio dei popoli”?

Alla fine dell’articolo pubblicherò un video molto interessante dal titolo “La storia delle cose”, che vi farà comprendere come multinazionali e governi ci hanno reso schiavi e come sfruttando le risorse dei Paesi sottosviluppati creano povertà, inquinamento e…infelicità.

Pensate a quante cose possediamo in più rispetto a 20 anni fa?! Molte di queste fanno parte del progresso e dell’innovazione tecnologica. Oggi abbiamo i cellulari, i laptop, gli mp3, gli mp4, le macchine fotografiche digitali, le videocamere ad alta definizioni, i televisori lcd, psp e ps3 e molte altre “cose”. Insomma la tecnologia si miniaturizza e progredisce sempre più rapidamente, per rendere obsoleti, a distanza di poco tempo, tutti quegli oggettini che per pochi mesi ci hanno dato una piccola illusione di felicità. Già perché chi non si sente appagato dal nuovo acquisto? Del resto dobbiamo cercare di essere alla moda con l’abbigliamento e ora anche con la tecnologia, altrimenti il rischio è quello di sentirci inferiori, non al passo con i tempi, con la moda e per questo diversi e infelici.

Oggi per essere “giusti” bisogna per forza tatuarsi o farsi un piercing, portare i pantaloni sotto al sedere (il perizoma e quasi obbligatorio, in alternativa va bene anche senza).

Bisogna sbronzarsi il sabato sera e ogni tanto un “sano” spinello non guasta.

Se poi siamo capaci di scopiazzare quanto vediamo fare dagli attori nei film, prendendo a modello personaggi negativi o positivi allora siamo davvero dei “grandi”.

Ma la vita non è un film o una pubblicità, la vita è amore, è procreazione,  è fede, è rispetto, è pensiero, è arte, è gioia, è sofferenza, ed è tante altre cose che non appartengono al materialismo e allo sfruttamento.

Ma parliamo delle “cose”, quelle cose che noi compriamo arricchendo così le multinazionali che hanno tutto l’interesse a renderle inutili a distanza di qualche mese, bombardandoci con spot pubblicitari che ci dicono: “sfigato, cosa aspetti ad acquistare il nuovo prodotto? Guarda il ragazzo e la ragazza della pubblicità come sono giusti!”. Del resto dobbiamo avere 3000 funzioni che non sappiamo usare e che in realtà non ci servono a nulla?! Andiamo oltre al giochetto di dover gettare via ciò che compriamo, non perché è rotto, vecchio o non funzionante, ma semplicemente perché fuori moda o “scaduto tecnologicamente” proprio come un pc che non è compatibile con un nuovo sistema operativo. Insomma come scadono i prodotti alimentari, ora scadono i prodotti tecnologici, l’abbigliamento e l’arredamento .

Del resto il mondo si deve evolvere! O involvere?

Si evolve a danno nostro, con le speculazioni che fanno le multinazionali su tutto ciò che noi acquistiamo (dagli alimentari all’energia), si evolve a danno dei Paesi del Terzo e Quarto Mondo, sempre più sfruttati in termini di risorse umane e di risorse naturali. Vi siete mai chiesti perché la tecnologia e l’abbigliamento sono, spesso, made in China, made in India, made in Malaysia, made in Taiwan, ecc.? Devono creare il prodotto da distribuire globalmente al minor prezzo possibile, utilizzando le risorse di Paesi poveri e la manodopera sfruttata e sottopagata. Sentivo nel filmato che il sistema consumistico è nato negli anni 50, in America, e secondo recenti studi quelli sono stati gli ultimi anni “felici” per la società.

Non avete mai pensato di quante cose potremmo liberarci e farne a meno?

Il filmato vi farà comprendere anche quanto inquinamento e devastazione subisca il nostro pianeta Terra da questo meccanismo consumistico globale.

Subiamo migliaia di spot ogni anno, attraverso giornali, internet, cartelloni pubblicitari, tv, grandi distribuzioni e ognuna di queste martellanti e incessanti pubblicità, ci condizionano negli acquisti, nei modi di pensare, di vestire e di vivere.

Anche la chirurgia plastica vive un momento d’oro perché molte donne (e molti uomini pare) ricorrono ad  interventi estetici per essere alla moda con tette, culi o semplicemente per avere un’immagine vincente come quella delle star o dei personaggi noti.

La politica ci condiziona e ci impone programmi politici che non comprendiamo perché non siamo a conoscenza di quelli che sono le reali problematiche del nostro Paese. Dovremmo diventare degli analisti finanziari e comprendere i delicati meccanismi economici che influiscono sui conti pubblici. Comunque partendo dal presupposto che oggi come oggi è difficile portare avanti una famiglia composta da padre, madre e un figlio, come sarà possibile portare avanti, in un momento di recessione economica globale, un Paese con 60 milioni di persone?

In più, veniamo bombardati anche dalla politica della Chiesa che interviene dimenticando due cose: i danni che ha procurato nella storia dell’umanità e il fatto che i tempi sono cambiati rispetto a 2000 anni fa.

Io, parlo da donna cristiana, cattolica e fermamente credente in Dio! Non ho nulla contro la Chiesa ma quando leggo che dal 1950 ad oggi, negli Stati Uniti ci sono stati oltre 10.600 vittime di preti pedofili rimango basita! Questi sono quelli di cui siamo a conoscenza e chissà di quanti non sappiamo nulla! A tale proposito vi invito a leggere un articolo interessante scritto da una persona che stimo molto e che ho conosciuto su Myspace http://blog.myspace.com/index.cfm?fuseaction=blog.view&friendID=304001200&blogID=398767080 .

Penso che anche la chiesa dovrebbe evolversi nel rapporto con i fedeli e instaurare con essi un dialogo aperto in cui ammette le proprie colpe! Le chiese che si svuotano e i parroci in “estinzione” dovrebbero far riflettere molto, non solo il Vaticano, ma anche i milioni di fedeli che hanno bisogno di trovare nuove risposte, sorrette dalla verità e dalla coerenza dell’epoca in cui viviamo.

Insomma, siamo dei perfetti schiavi moderni, assoggettati alle multinazionali, ai governi e alla loro politica di cui non sappiamo e non capiamo nulla, alla religione che ci incute terrore con ciò che è giusto e ciò che è sbagliato sollevando temi etici e politici di dubbia natura e, infine, i media che ci bombardano di falsità, pubblicità e informazioni strumentalizzate dalle multinazionali e dai governi.

Un bel circolo vizioso che ci da la convinzione di vivere sempre più liberi e in democrazia, ma in realtà siamo sempre più schiavi e nel totalitarismo assoluto!

Io sono certa che indietro non si torna, ma credo anche che una soluzione ci sia: un cataclisma (un bel meteorite, ad esempio) che ci riconduca all’età della pietra per ricostruire con saggezza quanto è andato perduto.

Buoni acquisti a tutti.

Anna Ciriani

Le armi di distruzione sociale e della libertà

LE ARMI DI DISTRUZIONE SOCIALE E DELLA LIBERTA’

Alcuni giorni fa la mia attenzione fu attratta da una notizia che a molti passò, probabilmente, inosservata.
Il contenuto della notizia non trattava la politica, lo sport, la cronaca nera, i terremoti, gli uragani e nemmeno i gossip! Raccontava solamente un fatto curioso di una tribù di indios scoperta in Brasile che mai aveva avuto contatti con il mondo esterno. Una di quelle tribù che vivono ancora come 1000 anni fa e che non conoscono nulla del progesso e della civiltà. Pare che durante una ricognizione perlustrativa della zona, a bordo di un piccolo aereo da turismo che volava a bassa quota, degli indios, vedendo girare sopra le loro teste il veivolo, abbiano tentato di abbatterlo con archi e frecce. Insomma una scena degna del miglior film di “Indiana Jones”, ma allo stesso tempo una scena che deve farci riflettere.
Io, per un momento, ho pensato che mi piacerebbe vivere un’esperienza con loro, provare nuove e ataviche emozioni, come non avere un frigo a portata di mano o un cellulare per comunicare. No, nemmeno elettricità ma solo il sole e le tenebre. Nessuna paura di schianti in auto, ma solo il pericolo della natura! Niente denaro e tecnologia, ma solo libertà e vita. Pensando a loro sorridevo ricordando “L’Isola dei Famosi”, che inquietava i concorrenti per le condizioni avverse di sopravvivenza alle quali erano costretti! Condizioni avverse ma con medici e medicine a portata di mano, condizioni avverse con la consapevolezza di poter interrompere la propria cura dimagrante in qualunque momento.
Gli uomini di quella tribù, ultimi e veri esseri umani che hanno ancora un legame primordiale con la terra e la natura, potrebbero ricondurci sul corretto modo di vivere, insegnare ai nostri giovani a socializzare come fanno loro, riunendosi al tramonto per confrontarsi vicino al fuoco, parlare e raccontare episodi di vita o leggende antiche quanto il mondo.
Il progresso, la tecnologia, internet sono solo delle armi di distruzione sociale.
Nessun rimedio finché non ci sarà una di quelle catastrofi che spazzerà via la nostra presunzione e quella di chi ci governa, che ha permesso tutto questo trascinandoci nel vortice della solitudine.
La vertià è questa! Siamo tutti molto più soli e non sappiamo più esattamente cosa vogliamo!
Vaghiamo come dannati alla ricerca di qualcosa che non comprendiamo! Nemmeno l’amore ci soddisfa più come un tempo!
Non c’è più onestà e sincerità! Siamo finti e non conosciamo nemmeno i nostri figli come i nostri figli non conoscono noi.
La globalizzazione è la schiavitù del 3° millennio! L’Africa abbandonata al suo destino, i Paesi poveri sfruttati e schiavizzati per produrre a costi sempre più bassi e garantire sempre maggiori guadagni a delle multinazionali che con il loro potere economico determinano anche quello politico.
Il petrolio, inarrestabile nei suoi rincari e nel devastare il mondo con i suoi agenti inquinanti, arricchisce persone senza scrupoli, che dominano con la loro presunzione e arroganza chi tenta di contrattare con loro, ben consci che tra pochi anni la produzione del greggio si esaurirà.
Società alienata e stressata, insicura e triste, esaurita ed esasperata dal miraggio della ricchezza che rende felici.
La ricchezza spetta a pochi eletti, che sanno perfettamente come sfruttarci e come renderci schiavi.
Consumismo, globalizzazione e informazione hanno atrofizzato il nostro desiderio di ribellione, ingannandoci con una libertà apparente. Fanno bene a proibire internet e molte cose del consumismo in alcuni Paesi Islamici.
Un tempo non capivo, poi mi sono resa conto che le motivazioni erano solide. La loro repressione sociale non è molto differente dalla nostra! Internet dovrebbe esistere solo per dare conoscenza in ambiti costruttivi, culturali e scientifici! Al limite può essere un valido strumento per inviare documenti e messaggi, ma nulla di più. Pensate solo alla pornografia o alla possibilità di poter reperire informazioni per fare del male (come costruire ordigni esplosivi ad esempio). Il web può essere utilizzato anche per minacciare o diffamare qualcuno, per non parlare degli incontrollabili peer to peer o programmi utilizzati per scambiare dati e files.
Io imporrei delle censure che rispettino la “vera” privacy della persona e riconducano in fretta alla dimensione umana. Io voglio sapere chi è la persona che mi spedisce una email, allo stesso modo di chi è la persona che mi spedisce una lettera.
Io vorrei parlare a voce con la gente e averla vicino e guardarla negli occhi. Io non voglio avere satelliti e telecamere puntate contro di me e non voglio essere controllata. Non vorrei avere nemmeno una carta di credito per sopravvivere a un viaggio ma solo denaro contante!

Del resto questo è il “sistema” e indietro non si torna!
Oggi se dimentichiamo il cellulare a casa ci sembra di aver compromesso la giornata. Eppure basta andare indietro di vent’anni per ricordare com’era facile “sopravvivere” senza un telefonino.
Mi batterò per proporre la giornata mondiale senza cellulare. Anzi promuovo da subito una data: il 1° gennaio di ogni anno!
Mi piacerebbe che un po’ del progresso fatto facesse dei passi indietro! Desidero vedere i miei figli giocare come facevamo noi trent’anni fa, senza playstation o marchingegni elettronici, ma con la fantasia e la manualità l’abilità fisica o la furbizia. Vorrei vederli leggere un buon libro anziché saperli attaccati alla tv ipnotizzati dalla violenza o dallo humor deviante.
Voglio lasciar fuori la politica che ha già troppi probemi di suo per essere tirata in ballo in una riflessione che non porterebbe da nessuna parte, anche se una cosa vorrei esprimerla: spero che i politici comprendano l’importanza dei valori e dell’ambiente e si adoperino per promuovere e realizzare un progresso civico e scientifico a scapito di un progresso tecnologico ed economico, dal quale solo una catastrofe planetaria potrebbe liberarci!
Gli uomini di quella tribù non si renderanno mai conto di essere gli ultimi esseri umani del pianeta a vivere e morire da uomini liberi!

Prof.ssa Anna Ciriani

VI INVITO A GUARDARE IL FILM “INTO THE WILD” E SPERO

CHE VI FACCIA RIFLETTERE COME HA FATTO RIFLETTERE ME!

 

California, sì alle nozze gay

California, sì alle nozze gay

Corte Suprema abolisce legge precedente

Le coppie gay hanno diritto a sposarsi in California. La Corte Suprema della Stato americano ha abolito la legge approvata dagli elettori che vietava le nozze omosessuali. La sentenza, che fa della California il secondo stato dopo il Massachusetts dove le coppie gay possono sposarsi, è considerata una storica vittoria dai gruppi per i diritti degli omossessuali.

La decisione dei giudici californiani potrebbe avere ripercussioni ben al di là dei confini statali, per fare anzi scuola a livello nazionale. “Non siamo in grado di affermare che il tenere ferma la tradizionale definizione di ‘matrimonio’ corrisponda a un interesse statale da far rispettare”, recita il dispostivo della sentenza, adottata a maggioranza. “Ne traiamo di conseguenza la conclusione secondo la quale, nella misura in cui le disposizioni di legge della California attualmente in vigore circoscrivono il matrimonio alle sole persone di opposti sessi, tali disposizioni sono incostituzionali”. Corte comunque divisa: a favore della rivoluzionaria decisione si sono schierati quattro dei suoi sette giudici; contrari gli altri tre.

Il verdetto ha concluso una battaglia legale iniziata sei anni fa, quando l’elettorato californiano approvò per referendum un provvedimento normativo con cui si stabiliva che soltanto i matrimoni tra uomini e donne sarebbero stati riconosciuti legalmente. “Limitare la definizione di matrimonio a un’unione ‘tra un uomo e una donna’”, scrive nella pronuncia il presidente del collegio, Ron George, “è anti-costituzionale e dev’essere eliminato dal testo legislativo”. E’ insomma prevalso il principio della non-discriminatorietà della legge.

La California diviene così il secondo Stato della Federazione in cui il matrimonio tra gay è legale dopo il Massachusetts, la cui Corte Suprema si espresse in tal senso nel 2003. Vermont, New Jersey e, finora, la stessa California prevedono tuttavia regole piuttosto liberali in materia, riconoscendo ai membri di unioni omosessuali molti diritti appannaggio di mariti e mogli eterosessuali.

IL MIO COMMENTO

Bene, finalmente una bella notizia per tutti i miei amici gay!

Sono felice per lor perché queste notizie aprono la strada e danno coraggio per affrontare nuove battaglie legali! I diritti degli omosessuali vanno riconosciui e la società deve continuare il suo cammino di civilizzazione verso il rispetto dell’essere umano.

Dopo il Massachusetts anche in California hanno cambiato la legge perchè la Corte Suprema ha stabilito che anche gli omosessuali possono sposarsi civilmente.

Il mio augurio e che molti stati seguano l’esempio e pongano fine a questa assurda discriminazione anacronistica!

Speriamo che allo stesso modo seguano altre buone notizie come l’abolizione della pena di morte!

Una volta tanto pertemettemi di gridare:”Viva l’America!”

Prof.ssa Anna Ciriani