Un “Fuori Ronda” in programma…

crisiUN “FUORI RONDA” IN PROGRAMMA…

Ogni giorno i giornali e la tv ci riportano spiacevoli e drammatici fatti di cronaca nera e di criminalità.
Omicidi, stupri di donne e minori, furti, rapine, contrabbando di droga, reati minori, ma pur sempre gravi, come le truffe ed altro ancora.
Ormai questi fatti appartengono alla nostra esistenza, al nostro quotidiano e sono ben poche le cose che ci sorprendono o lasciano senza parole.
Andando indietro con la memoria, un fatto che ha sicuramente scosso l’opinione pubblica mondiale è stato l’attacco agli Stati Uniti, organizzato (pare) da Al Qaeda e dal suo capo Osama Bin Laden.
Escludendo questo drammatico evento, sono ben poche le notizie che scuotono la nostra indignazione. Alle guerre ci siamo ormai abituati e tutto quello che avviene lontano dal nostro Paese, conta ben poco e non deve di certo aggiungersi ai problemi con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno.

Questa crisi, che globalmente stiamo vivendo, ci allontana dal focalizzare la nostra attenzione sugli innocenti, in particolare i bambini, che muoiono di malattie oggi debellabili, di fame, di sete o per i conflitti voluti e manovrati dai potenti.

La nostra coscienza deve essere globalizzata come la nostra economia o il rischio è quello di una ribellione che porterebbe al caos. Il mondo sta diventando davvero un unico sistema globale dai reality,alla disperazione!
In genere, le grandi crisi economiche succedevano alle grandi guerre, ma oggi cosa è successo realmente e per colpa di chi? Chi ha voluto questa crisi o perchè è arrivata in modo così repentino e globale? Colpa della politica economica, del sistema bancario o è semplicemente il collasso di un economia che è implosa in se stessa?
A queste domande sicuramente ci saranno delle risposte, ma andrebbero approfondite con esperti analisti di economia e politica. Lascio a loro e ai posteri le ardue sentenze!
 
Mi concentro, invece, sui problemi interni e valuto quali sono le normali conseguenze che portano a situazioni economiche difficili, come quella che stiamo affrontando attualmente.
Qui nel Nord-Est, sto assistendo a una lenta moria di aziende importanti e a un insolito fenomeno di emigrazione da parte di numerosi immigrati, giunti alcuni anni fa in Italia con delle prospettive di vita migliori. Molti di loro fanno ritorno nel loro Paese di origine, altri emigrano verso Inghilterra e Stati Uniti.
In pratica il licenziamento, gli esuberi e la cassa integrazione, costringono i lavoratori stranieri ad andare all’estero, nella speranza di trovare una situazione diversa e più dignitosa! Sono molti anche i nostri connazionali che incominciano a prendere in seria considerazione l’ipotesi di emigrare!
Purtroppo, meno gente lavora e meno soldi girano, pertanto si crea un effetto domino che va a discapito di un numero sempre maggiore di attività ,che vengono intaccate dalla crisi.
Personalmente sono davvero preoccupata per tutte quelle persone che hanno il conto corrente in rosso, che non ce la fanno a pagare il mutuo o, peggio, a comprarsi da mangiare!
Il problema di questo fenomeno sta nel fatto che in periodi di crisi è inevitabile l’aumento della criminalità! Anche chi è onesto, può essere corrotto dalla necessità di trovare vie illegali per sbarcare il lunario.
Ma la crisi non porta solo a questo! Anche i governi pagano lo scotto di una recessione economica e devono fronteggiarla con i tagli.
Tagli che non sempre vengono pubblicamente dichiarati con enfasi, ma che di fatto esistono e toccano organi importanti come quello della sicurezza e delle difesa.
Le forze di polizia, ad esempio, devono fronteggiare tagli ai mezzi di trasporto e al personale,  ecco perchè vi sono delle questure che necessiterebbero di 10 volanti che controllino il territorio di competenza e se ne trovano solo 5 in forza!
La prevenzione sulla criminalità è paragonabile alla prevenzione nella sanità, nel senso che grazie alla vigilanza, possiamo evitare omicidi, stupri, furti ecc., così come grazie alla prevenzione nella sanità, possiamo evitare le complicanze o l’aggravarsi di patologie e quadri clinici.
Da questa considerazione nasce il mio sì alle “ronde” cittadine. Di fatto, questi vigilantes hanno unicamente il dovere di segnalare alle forze dell’ ordine tutte quelle situazioni anomale o che inducono a ritenere opportuno il loro intervento. Non tutti i cittadini hanno quel senso civico che li induce a segnalare fatti sospetti! Molti di noi sono spesso presi dai propri problemi per individuare un fatto criminoso e in alcuni casi vige l’omertà e il non intromettersi.
Il fatto che vi siano delle “ronde” preposte alla vigilanza e al controllo, dovrebbe rassicurare i cittadini onesti e mettere il sale sulla coda ai maleintenzionati o scoraggiare iniziative criminose.
Far parte di una” ronda” non dà alcuna “licenza” a commettere azioni illecite ,sotto mentite spoglie di difensore delle libertà! Sento parlare di xenofobia?! Ma perchè? Erano forse stranieri i ragazzi che hanno dato fuoco al barbone indiano o il pedofilo di Napoli? Le “ronde “non vanno contro gli extracomunitari, ma contro i criminali!

C’è chi sostiene che all’interno di questi gruppi di sorveglianza potrebbero esserci delle teste calde che ne approfittano per dare sfogo alle loro pulsioni violente o alla loro xenofobia?! Ma figuriamoci se le teste calde hanno bisogno di far parte delle “ronde” per commettere i loro soprusi! Chi è incline alla violenza, la commetterebbe comunque e, anzi, eviterebbe il controllo della Prefettura sul suo operato. Coloro che sono contrari alle “ronde” affermano che le forze dell’ordine non hanno bisogno di persone che vigilano sulla sicurezza nelle proprie città? Ma perché, non esiste forse la Protezione Civile a supporto dei Vigili del Fuoco? E allo stesso modo non possono esistere delle persone che hanno unicamente il compito di vigilare e di segnalare alle forze dell’ordine, situazioni dubbie e pericolose?
Le forze dell’ordine non sono sufficienti a coprire tutto il territorio e da questa collaborazione, in un momento così delicato per la politica e per l’economia, ne trarranno benificio tutte le persone, non ultimo lo Stato, che senza alcun esborso, beneficerà del volontariato per la sicurezza del Paese.
L’ ideologia politica non ha motivo di entrare in questa polemica sulla legittimità delle “ronde”, poichè la necessità contro cui dobbiamo combattere il mondo di oggi, non è la politica da adottare, ma i problemi da risolvere!
Molti si dichiarano contrari alle “ronde “(che di fatto non lo sono in quanto per ronde si intende una sorveglianza militare e armata) senza nemmeno avere letto cosa sancisce il decreto emanato. Questi volontari che vigilano sulla nostra sicurezza si devono registrare presso le Prefetture e la maggior parte di loro sono ex appartenenti alle forze dell’ordine. Sono gruppi che non hanno alcuna apparteneza politica, non sono armati e sono coordianti dai Prefetti. Io credo che debba essere il buonsenso a guidarci per avere un mondo migliore e non l’ideologia politica, che poteva essere necessaria fino ad alcuni anni fa, ma che nel XXI secolo è superata. I problemi sono sempre gli stessi, sia per la destra che per la sinistra, abbiamo quindi bisogno di soluzioni e persone capaci!
Oggi, ci sono unicamente problemi da risolvere per dare e garantire una vita migliore a tutti!
Ben vengano i volontari che dedicano il loro tempo e la loro disponibilità per la nostra sicurezza e ben vengano tutte quelle iniziative che possano aiutare l’essere umano a vivere in un mondo migliore!
Anna Ciriani

Riammessa la prof che si faceva palpare in classe

 

Filmini hard, riammessa docente

Lecce, prof palpeggiata su YouTube

La notizia era già stata preannunciata, ora arriva la conferma: è stata riammessa nelle graduatorie regionali per l’insegnamento la professoressa quarantenne di Monteroni di Lecce indagata per corruzione di minorenne dopo la diffusione su You Tube di filmati che la ritraevano mentre si faceva palpeggiare in classe dai suoi alunni. La riammissione è stata disposta dall’ufficio scolastico regionale. 

Il Tar di Lecce ha infatti accolto il ricorso presentato dall’insegnante contro il provvedimento provvisorio di sospensione deciso dall’autorità scolastica in seguito all’indagine. La docente, che viene chiamata per supplenze non essendo titolare di cattedra, era stata protagonista di due filmini hard girati con videofonini da suoi alunni e poi immessi su internet da sconosciuti.

La donna era stata sospesa dall’incarico per due anni ed è tuttora al centro di due inchieste, una della Procura della Repubblica e una ministeriale. Il primo filmato messo in rete la ritraeva mentre, seduta dietro la cattedra, veniva palpeggiata da alcuni studenti, tutti minorenni.

Fonte TGCOM del 19 aprile 2008

La mia opinione:

Ogni qual volta leggo di docenti che sono stati riammessi all’insegnamento, dopo aver commesso dei presunti reati più o meno gravi, non posso fare a meno di restare sbigottita.

In questi ultimi mesi i fatti di cronaca non hanno risparmiato di certo la scuola! I prof colpevoli di omicidio e pedofili riammessi all’insegnamento, il prof sorpreso da un alunna a masturbarsi in classe e che non hanno sospeso, il prof accusato di aver fumato uno spinello in classe e che pare già reintegrato, i prof violenti o assenteisti mai sanzionati, mentre io, professoressa che non ho mai commesso reati nè a scuola nè tantomeno fuori, sono sospesa da 5 mesi, nonostante venga considerata un’insegnante professionale, seria, preparata e morigerata.

Inutile negare che il mio caso crea subito un parallelo con quello dei professori menzionati, e non solo (vedi Lina del Grande Fratello), che hanno violato in alcuni casi la legge durante lo svolgimento della propria attività professionale, mentre in altri casi, come il mio o quello di Lina del GF, le contestazioni riguardano il comportamento nella vita privata.

Ciò che mi indispone è il fatto che io non ho mai violato nessuna legge a differenza dei docenti saliti agli onori della cronaca per differenti reati a loro contestati, e il mio comportamento professionale è sempre stato integerrimo. Io non ho mai ricevuto alcun richiamo scritto o verbale, anzi come docente sono sempre stata sempre molto stimata, da presidi e colleghi, perché, come già detto, seria (il mio telefonino è sempre spento durante le lezioni), preparata e professionale nell’attività didattica.

Gli stessi alunni mi vogliono bene (anche se insegno agli adulti, la maggior parte dei quali extracomunitari).

Quando mi incontrano i miei ex alunni minorenni o le mamme dei miei ex alunni ci sono sempre delle manifestazioni di stima e di affetto!

Perdonatemi se ribadisco per l’ennesima volta di non essere stata io a divulgare le immagini o il video che mi ha ripresa a Berlino, ma terze persone segnalate alle autorità competenti.

Per il resto, io ho sempre pensato di essere una persona libera e, in quanto tale, di poter vivere liberamente la mia sessualità e la mia pudicizia. Come già detto non esiste un codice deontologico per gli insegnanti. Anche questa considerazione mi ha lasciata perplessa, quando Lina (del grande fratello) è stata perdonata dall’ordine dei medici nonostante le sue pubbliche effusioni amorose, mandate in onda da una tv nazionale e viste da milioni di spettatori. In quel caso c’era tra l’altro il suo implicito consenso conseguente alla liberatoria di essere filmata e mandata in onda 24 su 24. Non che io abbia nulla contro di lei, anzi la difendo, perché trovo ingiusto che l’ordine valuti un suo comportamento indotto dalla situazione che ha vissuto, e dimentichi di valutare il comportamento di quei medici che in ambito professionale sono stati riammessi dopo aver causato prooblemi irreversibili a sfortunati pazienti, vittime della scarsa professionalità e competenza di chi gli ha curati od operati.

Tornando al mio caso ora mi chiedo: “potrò più andare in un camping nudista, in una fiera dell’eros o in un cinema porno se mi va? E se qualcuno mi riprende e mi mette su youtube?

Trovo discriminante il fatto che io , in quanto insegnante, non abbia il diritto di vivere la mia vita e la mia sessualità come preferisco, pur continuando ad essere stimata e considerata nel mio lavoro.

E’ come se vietassero a un docente gay di convivere con una persona dello stesso sesso o di frequentare ambienti omosessuali.

La mia domanda rimane sempre la stessa: ma se non commetto alcun reato e non faccio male a nessuno, così come in ambito professionale sono integerrima e ben considerata, per quale motivo non posso vivere liberamente la mia vita privata? Perché sono sospesa da 5 mesi pur non avendo commesso alcun reato, pun non essendomi mai comportata male a scuola e pur non essendo responsabile della divulgazione di foto e filmati che mi ritraggono?

Perché una docente che ha assunto determinati comportamenti a scuola ed è sotto inchiesta della Procura della Repubblica, oltre che sotto inchiesta Ministeriale, per dei gravi reati commessi (e ripresi) durante le ore di lezione, viene riammessa a scuola?

Sono stata massacrata dai media e dalla giustizia per aver vissuto nel lecito la mia vita privata!

Io continuo a dire: “ingiustizia italiana”!

Prof.ssa Anna Ciriani

 

 

QUANDO I FIGLI INSEGNANO AI GENITORI…

disegnobimbonellapanciamarty.gif  

15enne contro genitori:no ad aborto

Pordenone, la minore va dall’avvocato

I genitori la invitano ad abortire e lei, una quindicenne di Pordenone, si rivolge all’avvocato “perché – dice – voglio allevare questo figlio con tutto l’amore di cui sono capace”. La storia è raccontata dal Gazzettino. La ragazza, secondo quanto ha raccontato al legale di fiducia, aveva avuto già un figlio nel 2006 poi dato in adozione. I genitori non condividono la relazione della figlia con un giovane operaio albanese. 

“Credo in Dio e nei principi della Chiesa – ha raccontato la ragazza al legale di fiducia – e quindi non voglio abortire. Voglio questo figlio. Non saprei sopportare il dolore di un altro allontanamento, né di un aborto”. La consulenza del legale, sempre secondo quanto scritto dal Gazzettino, servirà alla ragazza per portare a termine la gravidanza. L’avvocato, infatti, si è già rivolto al giudice tutelare, che deciderà al posto della famiglia.

Il quotidiano scrive che la quindicenne è figlia di una coppia ben inserita in città. I genitori non hanno mai condiviso l’amore della figlia per un operaio di origini albanesi. Quando hanno saputo che era incinta l’hanno invitata a consultare un medico. La ragazzina ha però deciso diversamente.

L’avvocato: “Deciderà il tribunale”
”Per sottrarsi alla volontà dei genitori che vogliono l’aborto – ha detto il suo avvocato Laura Ferretti – la ragazzina era scappata di casa andando a vivere, per qualche giorno, dalla famiglia del fidanzato”. ”Il ragazzo nel frattempo – ha detto ancora il legale – si è trovato un lavoro e anche la futura suocera ha dato piena disponibilità ad ospitarli e a contribuire al sostentamento della ragazzina e del nascituro. Nonostante questo i genitori della mia assistita sono andati a riprenderla e l’hanno convinta a ritornare a casa”.

”Il chiodo fisso della studentessa – ha proseguito – è quello di poter tenere il bambino e sinceramente mi sono convinta della bontà delle sue intenzioni per le modalità e la determinazione che sta dimostrando in questi giorni. Nella crudezza della sua età, si sta dimostrando pervicace e la scelta mi sembra consapevole. Dapprima si è rivolta ai servizi sociali del comune e quindi al mio studio legale. Assieme al fidanzato sono risoluti nel voler evitare un aborto, oppure un’altra traumatica adozione, unica opzione alternativa che i genitori le concedono all’immediata interruzione della gravidanza, sulla quale, peraltro, da quanto mi ha raccontato la giovane, sembrano in questa seconda circostanza non nutrire alcun dubbio”.

”La nostra strategia – ha spiegato Ferretti – è quella di attivare il giudice tutelare per chiedere che non si proceda col volere dei genitori della mia assistita: ormai siamo a pochi giorni dallo scadere del terzo mese di gravidanza e contiamo di poter scongiurare l’aborto. Assieme ai servizi sociali e alle istituzioni competenti vedremo poi come agire prima della nascita del bimbo, perché la ragazzina non reggerebbe nel vedersi per la seconda volta in due anni portare via il figlio appena partorito e vederlo sparire per sempre”.

Fonte TGCOM del 22 marzo 2008

Cosa ne penso io…

Intervengo in merito a questo caso di cronaca per molti motivi! Il primo fra tutti è perchè l’aborto, riportato da Giuliano Ferrara all’attenzione dei media e della politica con grande determinazione , è il tema centrale di questa notizia. Un altro motivo è dovuto al fatto che riguarda una ragazza di 15 anni e che, tra l’altro, è mia concittadina.

Permettetemi una premessa: nonostante la ragazza abbia solo 15 anni è già alla sua seconda gravidanza in quanto è gia madre di un bimbo nato nel 2006. Il primo figlio lo hanno dato in adozione procurandole un naturale dolore per il distacco e ora vogliono darle un secondo trauma e dispiacere con un aborto. Abortire non è come togliere un dente! Non si può rimediare a un errore commettendo altri errori! Non si può imporre un aborto, nemmeno a fin di bene! Possiamo motivare le nostre ragioni e i nostri suggerimenti ma non possiamo imporre, nemmeno a una figlia, una cosa così delicata come l’aborto. L’interruzione di gravidanza deve restare una scelta dell’individuo anche a 15 anni anche se la maturità di una ragazza di quell’età può essere messa in seria discussione.

Ora è mi è difficile pronunciarmi considerato che non conosco bene i fatti, ma la prima cosa che mi viene da analizzare riguarda il giovane fidanzato; da quanto ho capito è un ragazzo di cittadinanza albanese che lavora e vive onestamente nel nostro Paese. Probabilmente questi due ragazzi si vogliono bene anche se la loro avventatezza ha fatto in modo che si negassero gli anni più belli della loro vita. Quando succedono queste cose le persone con più esperienza di vita o un  po’ più maliziose potrebbero avanzare delle ipotesi a sfavore della famiglia del giovane albanese. Molto spesso i giovani o gli anziani possono essere manovrati per secondi fini che a noi possono sembrare assurdi. Non è raro che per ottenere la cittadinanza o determinate sicurezze si facciano dei veri e propri raggiri a sfavore di persone deboli e bisognose.

Questa è solo un’ ipotesi anche perchè se la ragazza si trova in questa situazione significa che anche i suoi genitori hanno probabilmente sbagliato qualcosa.

La ragazza ha partorito un bimbo nel 2006 e le è stato tolto per darlo in adozione. Questa, a mio avviso, è stata la prima violenza che la ragazza ha subito a prescindere dalla sua età! Dobbiamo ricordarci che la ragazza ha tenuto il bambino per 9 mesi nel suo grembo materno e che poi glielo hanno sottratto pensando di risolvere le cose.

Forse, i genitori della giovane mamma, più che per la giovane età della figlia, avevano dubbi sul giovane albanese o temevano i commenti della gente, le insinuazioni e i giudizi. O forse hanno solo cercato di cambiare il destino della figlia oltre che cambiare il suo cuore.  Un figlio partorito è pur sempre un essere umano e non una bambola che si può prendere e far sparire. Stessa cosa vale per la figlia alla quale spetta per diritto naturale la scelta di tenere il figlio o di abortire. La ragazza aveva già preso la sua decisione nel 2006 partorendo il primo figlio.

Purtroppo il destino ha voluto che lei diventasse prematuramente donna e mamma e ora non si può tornare in dietro. I genitori possono solo supportare la figlia nelle proprie decisioni, dandole tutto l’amore e l’aiuto psicologico di cui necessita. Credo che i servizi sociali dovrebbero prendere in mano la situazione aiutando le famiglie coinvolte ad uscire da questa difficile situazione. Sinceramente mi dispiace per i genitori della ragazza ma mi dispiace ancor di più per la figlia. Se questa ragazza dimostra, come dice il suo legale Laura Ferretti, una grande determinazione e maturità, ebbene allora che le venga ridato il bimbo che le hanno tolto e che le lascino la possibilità di scegliere se portare a termine la seconda gravidanza oppure abortire.

In tutta questa storia credo che siano i genitori della ragazza ad avere bisogno dell’aiuto dei servizi sociali. Non è facile essere genitori e tutti possiamo sbagliare qualcosa nel corso della nostra esperienza di madre o di padre ma l’importante è che a un errore commesso non se ne aggiungano degli altri per rimediare.

A volte anche i figli ci possono insegnare qualcosa a prescindere dalla loro età!

Chiaramente quanto ho scritto rimane un’opinione espressa in virtù di quanto ho letto e che potrebbe rivelersi completamente sbagliata poichè non conosco nè i fatti nei particolari nè le persone coinvolte.

Esprimo comunque tutta la mia solidarietà alla giovane coppia alle quale auguro di poter unire e organizzare la loro famiglia per un futuro sereno e in pace con i parenti.

Anna Ciriani

Meglio l’eutanasia o l’atroce sofferenza?

orig_c_0_articolo_405455_immagine.jpg

Di Mrweb 

Vi è mai capitato di vedere un animale soffrire? A me è capitato in varie occasioni! Una volta ho visto un cane che respirava a fatica perchè investito da una macchina e il mio primo pensiero è stato quello di vederlo morire in fretta per non assistere ulteriormente alla sua sofferenza. Pur non avendo parola, quel cane manifestava nel suo sguardo sofferente e indifeso, tutto il suo desiderio di morire! Erano i suoi occhi a comunicare con noi tutta la sua paura e il suo smarrimento, oltre che la sua istintiva consapevolezza, di essere in un momento di non ritorno nel quale nessuno poteva più aiutarlo! 

Questo caso mi porta a una riflessione ancor più sensata, visto che riguarda noi esseri umani: perchè chi soffre non ha il diritto di morire?! Perchè lo  Stato, che è responsabile di morti ben più pesanti contro ogni etica, vieta a un essere umano devastato dal dolore e dalla sofferenza di poter decidere della propria sorte?

Io, personalmente mi schiero a gran voce a favore dell’eutanasia, perchè ho conosciuto la sofferenza e il dolore di chi è vicino alla morte. Ho conosciuto la sofferenza e la morte di mio padre e di mia madre! Non guardate mai negli occhi chi sta per morire se non volete avere quel terribile ricordo per tutta la vita! Ma fatelo se amate davvero e siete certi che con i vostri occhi potete comunicare ciò che le parole non possono più dire! Dovete essere sicuri che il vostro amore terrà lontano il ricordo di quell’ultimo sguardo!

I medici oggi possono intervenire per aiutare i pazienti terminali con una morte assistita.

Quanti sono i casi di genitori, parenti stretti o medici che hanno aiutato a morire illegalmente persone senza via di scampo? Persone dotate di una sensibilità maggiore che per altruismo e amore decidono di esaudire l’ultimo lecito desiderio di un essere umano provato dalla sofferenza e dal dolore!

Io trovo incivile che nel XXI secolo l’essere umano debba patire le pene dell’inferno, senza che lo Stato intervenga, valutando un insieme di fattori che possano sentenziare non una condanna a morte ma una logica e umana interruzione della vita che io definisco “una grazia” per chi è provato psicologicamente e fisicamente da una malattia terminale.

Perchè non creano una commissione medica costituita da specialisti, legali, psicologi e medici che in equipe valuta i singoli casi e interviene aiutando le persone che lanciano un grido di allarme e una visibile richiesta di aiuto?

Permettiamo di interrompere una gravidanza, di esseri umani molto probabilmente sani, e non interrompiamo la vita di malati terminali in agonia? Dov’è la logica, il buon senso e l’amore in tutto questo? Allora hanno ragione la Chiesa e uomini come Giuliano Ferrara che hanno risollevato il problema dell’aborto!

In parte sono anch’io contro l’aborto e, anche in quel caso, farei in modo che una commissione valuti la legittimità dell’interruzione di gravidanza! Una persona adulta si deve anche assumere le proprie responsabilità! Basta ingiustizie! Apriamo il cuore al buonsenso perchè a volte il cervello non basta a capire dove sta la verità e la giustizia!

Ora, vi lascio al pietoso caso della Signora francese che con grande dignità ha chiesto l’eutanasia al governo francese e questi gliela hanno puntualmente rifiutata. Non si augura mai il male, ma mi chiedo quale reazione avrebbero avuto se quella donna fosse stata la mamma o la moglie di uno di quei politici che hanno valutato negativamente la richiesta d’aiuto. La donna, devastata da lancinanti dolori, sfigutrata nei lineamenti del volto oltre che già morta nell’anima, non ha chiesto di essere condannata all’eutanasia ma di essere graziata con la morte! La sofferenza avvicina a Dio? No, è l’amore nella sofferenza che avvicina a Dio e credo che in quel rifiuto, di amore ce ne fosse ben poco!

Personalmente provo amore e pietà per Chantal Sebire una donna di soli 52 anni! Oggi, il male l’ha resa un mostro che non ha il diritto di morire ma fino a qualche hanno fa era una bella donna che voleva solo vivere!

Chantal ha avuto una grande dignità e un grande coraggio nel sensibilizzare i media con l a sua richiesta di aiuto, così come lo ebbero prima di lei altri malati terminali; uno fra tutti,  il caso di Piergiorgio Welby tanto per citarne uno.

In queste scelte sbagliate non c’ è etica, morale, fede o valori ma solo una profonda insicurezza sul tema della vita, una profonda ignoranza, una terribile mancanza di rispetto e una vergognosa mancanza di sensibilità verso l’altrui sofferenza.

C’è anche una grande incoerenza se poi lo stesso Stato che nega la morte, manda soldati in guerra per nteressi politico-economici, se poi fabbricano armi (come le mine anti-uomo) che costano la vita a innocenti, se poi non puniscono i colpevoli di omicidi  con pene severe e  se infine, consentono l’aborto! Povera società il cui mali peggiori sono l’ipocrisia, l’ignoranza e l’incoerenza! Parlano di rispetto per la vita, sempre, e poi avallano in modo così miserabile la morte! Ha ragione chi dice che viviamo nel Regno di Satana governato dal male e dalla menzogna!

Cosa posso augurare a Chantal…? Che Dio abbia pietà di lei e l’aiuti a soffrire il meno possibile, visto che gli uomini di compassione ne hanno ben poca, intenti come sono a governare per i loro sogni di gloria!

Cos’è meglio, l’eutanasia o l’atroce sofferenza?

 orig_c_0_fotogallery_3181_listaorizzontale_foto_4_fotoorizzontale.jpg

No all’eutanasia a donna sfigurata

Francia,paziente ha tumore terminale

Il tribunale di Digione ha respinto la richiesta di eutanasia di Chantal Sebire, 52 anni, che soffre di un tumore raro e incurabile che le ha sfigurato il viso e le provoca terribili sofferenze. L’ex insegnante, madre di tre figli, aveva chiesto alla giustizia di autorizzare “eccezionalmente” un medico a somministrarle un “veleno letale” per mettere fine alle sue sofferenze. Ma la dolce morte non è prevista dalla Legge Leonetti del 2005.

Quella normativa vieta “l’accanimento terapeutico” e dà diritto a “lasciar morire” ma non legalizza l’eutanasia.

Chantal è affetta dal 2002 da un estensioneuroblastoma: una forma di tumore rara e dolorosa, che le ha sfigurato il volto. La donna chiedeva di poter morire con un’iniezione di Penthotal. Ora che la giustizia le ha negato tale richiesta, l’insegnante è sempre più decisa a recarsi in Svizzera, Belgio od Olanda: Paesi, questi, dove l’eutanasia è consentita dalla legge.

Il caso di Chantal ha fatto molto discutere in Francia. Il presidente Nicolas Sarkozy si è detto “molto toccato” dalla vicenda e ha proposto di chiedere il parere di una commissione di esperti universitari. Mentre il premier François Fillon e il ministro della Giustizia Rachida Dati si sono detti contrari a far morire la donna poiché “non è permesso porre fine volontariamente alla vita di qualcuno”.

 Fonte tgcom 18 marzo 2008

Un esempio della coerenza di un Paese civile contro l’eutanasia e tra i più grandi produttori di mine anti uomo:

foto3.jpg