Meglio l’eutanasia o l’atroce sofferenza?

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Di Mrweb 

Vi è mai capitato di vedere un animale soffrire? A me è capitato in varie occasioni! Una volta ho visto un cane che respirava a fatica perchè investito da una macchina e il mio primo pensiero è stato quello di vederlo morire in fretta per non assistere ulteriormente alla sua sofferenza. Pur non avendo parola, quel cane manifestava nel suo sguardo sofferente e indifeso, tutto il suo desiderio di morire! Erano i suoi occhi a comunicare con noi tutta la sua paura e il suo smarrimento, oltre che la sua istintiva consapevolezza, di essere in un momento di non ritorno nel quale nessuno poteva più aiutarlo! 

Questo caso mi porta a una riflessione ancor più sensata, visto che riguarda noi esseri umani: perchè chi soffre non ha il diritto di morire?! Perchè lo  Stato, che è responsabile di morti ben più pesanti contro ogni etica, vieta a un essere umano devastato dal dolore e dalla sofferenza di poter decidere della propria sorte?

Io, personalmente mi schiero a gran voce a favore dell’eutanasia, perchè ho conosciuto la sofferenza e il dolore di chi è vicino alla morte. Ho conosciuto la sofferenza e la morte di mio padre e di mia madre! Non guardate mai negli occhi chi sta per morire se non volete avere quel terribile ricordo per tutta la vita! Ma fatelo se amate davvero e siete certi che con i vostri occhi potete comunicare ciò che le parole non possono più dire! Dovete essere sicuri che il vostro amore terrà lontano il ricordo di quell’ultimo sguardo!

I medici oggi possono intervenire per aiutare i pazienti terminali con una morte assistita.

Quanti sono i casi di genitori, parenti stretti o medici che hanno aiutato a morire illegalmente persone senza via di scampo? Persone dotate di una sensibilità maggiore che per altruismo e amore decidono di esaudire l’ultimo lecito desiderio di un essere umano provato dalla sofferenza e dal dolore!

Io trovo incivile che nel XXI secolo l’essere umano debba patire le pene dell’inferno, senza che lo Stato intervenga, valutando un insieme di fattori che possano sentenziare non una condanna a morte ma una logica e umana interruzione della vita che io definisco “una grazia” per chi è provato psicologicamente e fisicamente da una malattia terminale.

Perchè non creano una commissione medica costituita da specialisti, legali, psicologi e medici che in equipe valuta i singoli casi e interviene aiutando le persone che lanciano un grido di allarme e una visibile richiesta di aiuto?

Permettiamo di interrompere una gravidanza, di esseri umani molto probabilmente sani, e non interrompiamo la vita di malati terminali in agonia? Dov’è la logica, il buon senso e l’amore in tutto questo? Allora hanno ragione la Chiesa e uomini come Giuliano Ferrara che hanno risollevato il problema dell’aborto!

In parte sono anch’io contro l’aborto e, anche in quel caso, farei in modo che una commissione valuti la legittimità dell’interruzione di gravidanza! Una persona adulta si deve anche assumere le proprie responsabilità! Basta ingiustizie! Apriamo il cuore al buonsenso perchè a volte il cervello non basta a capire dove sta la verità e la giustizia!

Ora, vi lascio al pietoso caso della Signora francese che con grande dignità ha chiesto l’eutanasia al governo francese e questi gliela hanno puntualmente rifiutata. Non si augura mai il male, ma mi chiedo quale reazione avrebbero avuto se quella donna fosse stata la mamma o la moglie di uno di quei politici che hanno valutato negativamente la richiesta d’aiuto. La donna, devastata da lancinanti dolori, sfigutrata nei lineamenti del volto oltre che già morta nell’anima, non ha chiesto di essere condannata all’eutanasia ma di essere graziata con la morte! La sofferenza avvicina a Dio? No, è l’amore nella sofferenza che avvicina a Dio e credo che in quel rifiuto, di amore ce ne fosse ben poco!

Personalmente provo amore e pietà per Chantal Sebire una donna di soli 52 anni! Oggi, il male l’ha resa un mostro che non ha il diritto di morire ma fino a qualche hanno fa era una bella donna che voleva solo vivere!

Chantal ha avuto una grande dignità e un grande coraggio nel sensibilizzare i media con l a sua richiesta di aiuto, così come lo ebbero prima di lei altri malati terminali; uno fra tutti,  il caso di Piergiorgio Welby tanto per citarne uno.

In queste scelte sbagliate non c’ è etica, morale, fede o valori ma solo una profonda insicurezza sul tema della vita, una profonda ignoranza, una terribile mancanza di rispetto e una vergognosa mancanza di sensibilità verso l’altrui sofferenza.

C’è anche una grande incoerenza se poi lo stesso Stato che nega la morte, manda soldati in guerra per nteressi politico-economici, se poi fabbricano armi (come le mine anti-uomo) che costano la vita a innocenti, se poi non puniscono i colpevoli di omicidi  con pene severe e  se infine, consentono l’aborto! Povera società il cui mali peggiori sono l’ipocrisia, l’ignoranza e l’incoerenza! Parlano di rispetto per la vita, sempre, e poi avallano in modo così miserabile la morte! Ha ragione chi dice che viviamo nel Regno di Satana governato dal male e dalla menzogna!

Cosa posso augurare a Chantal…? Che Dio abbia pietà di lei e l’aiuti a soffrire il meno possibile, visto che gli uomini di compassione ne hanno ben poca, intenti come sono a governare per i loro sogni di gloria!

Cos’è meglio, l’eutanasia o l’atroce sofferenza?

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No all’eutanasia a donna sfigurata

Francia,paziente ha tumore terminale

Il tribunale di Digione ha respinto la richiesta di eutanasia di Chantal Sebire, 52 anni, che soffre di un tumore raro e incurabile che le ha sfigurato il viso e le provoca terribili sofferenze. L’ex insegnante, madre di tre figli, aveva chiesto alla giustizia di autorizzare “eccezionalmente” un medico a somministrarle un “veleno letale” per mettere fine alle sue sofferenze. Ma la dolce morte non è prevista dalla Legge Leonetti del 2005.

Quella normativa vieta “l’accanimento terapeutico” e dà diritto a “lasciar morire” ma non legalizza l’eutanasia.

Chantal è affetta dal 2002 da un estensioneuroblastoma: una forma di tumore rara e dolorosa, che le ha sfigurato il volto. La donna chiedeva di poter morire con un’iniezione di Penthotal. Ora che la giustizia le ha negato tale richiesta, l’insegnante è sempre più decisa a recarsi in Svizzera, Belgio od Olanda: Paesi, questi, dove l’eutanasia è consentita dalla legge.

Il caso di Chantal ha fatto molto discutere in Francia. Il presidente Nicolas Sarkozy si è detto “molto toccato” dalla vicenda e ha proposto di chiedere il parere di una commissione di esperti universitari. Mentre il premier François Fillon e il ministro della Giustizia Rachida Dati si sono detti contrari a far morire la donna poiché “non è permesso porre fine volontariamente alla vita di qualcuno”.

 Fonte tgcom 18 marzo 2008

Un esempio della coerenza di un Paese civile contro l’eutanasia e tra i più grandi produttori di mine anti uomo:

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